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Gelato per le Olimpiadi - decretati i 5 finalisti del 2025

Molti gli eventi che hanno caratterizzato domenica 26 novembre il grande appuntamento internazionale dedicato al “Dolce Freddo”

Il “Gelato per le Olimpiadi” ha i primi cinque finalisti

Selezionati alla Mig 2023 i gusti che rappresenteranno Milano-Cortina 2026

Hanno nomi “invernali” e territoriali. E sapori decisi, ambiziosi e non canonici. Sono i primi finalisti del “Gelato per le Olimpiadi”, contest ideato da Mig per lanciare la volata verso Milano-Cortina 2026. Ieri, con la supervisione di Gianfranco Vissani capo giuria, si sono dati battaglia 14 mastri gelatieri, ognuno con un gusto inventato appositamente per la gara e pensato in chiave olimpica. Ad aver superato la selezione sono Vanessa Piantari con il gusto “Neve”, Silvia Bianco con “Morello” a base di noce di Eraclea e latte di capra, Mauro Crivellaro con “Sfumature di verde”, Giovanni Talo e Marco Reato con “Sulle piste”.

Questi cinque gelatieri potranno seguire le gare olimpiche di Cortina. E volano alla finalissima che decreterà il gusto olimpico. Il prossimo anno, infatti, la Mig selezionerà altri cinque finalisti e nel 2025 i dieci mastri gelatieri si sfideranno nella gara decisiva.

 

RICORDO DI VITTORIO BARTYAN

Nella giornata inaugurale anche un ricordo di Vittorio Bartyan

La Mig 2023 ha ricordato anche un grande amico del gelato artigianale, Vittorio Bartyan, patron della nota ditta Telme mancato undici mesi fa. Alla famiglia Bartyan è stata consegnata una targa alla memoria.

«Vittorio Bartyan era un amante del gelato artigianale e definiva la Mig “il salotto buono” di questo straordinario prodotto» ha ricordato Filippo Bano, presidente dei gelatieri artigiani triveneti. «Diceva sempre che il pane sfama, ma il gelato è un momento di gioia e felicità. Proprio per questo abbiamo pensato di proporre un concorso nazionale di gelateria dedicato a lui».

 

La tradizione veneta a tavola diventa gelato, nasce il gusto del “rasentin”

L’ammazza caffè in salsa veneta diventa gelato. Alla Mig – mostra internazionale del gelato artigianale, di scena a Longarone Fiere Dolomiti fino a mercoledì 29 novembre – ha visto la luce il gusto “rasentin”.

Il pasto in Veneto non si chiude con l’amaro, bensì con “rasentin”, ovvero il goccio di grappa che pulisce la tazzina dopo aver sorbito il caffè. Ecco, questa tradizione è stata ripresa dai mastri gelatieri attivi nello stand della Regione Veneto ed è diventata un gusto di gelato.

«È un gelato al caffè base latte, dolcificato con zucchero di canna bio, miele e zucchero d’uva biologico, mescolato con un estratto della Illy 100 per 100 arabica» spiega Tommaso Rigoni, mastro gelatiere che ha preparato il nuovo gusto. «Il tutto con una punta di grappa da correzione Schiavo da Costabissara. L’idea è proprio quella di ricreare l’abitudine veneta di “pulire” la tazza da caffè».

Il “rasentin” è un gusto subito apprezzato da chi ha potuto assaggiarlo. Ed è stato presentato insieme al tiramisù, nella giornata che ha portato alla Mig la TWC – la World Cup del dolce al cucchiaio originario del Veneto. I mastri gelatieri hanno preparato un tiramisù classico, con cioccolato 70%. «La base è il tuorlo d’uovo fresco, con mascarpone dolcificato al miele d’acacia artigianale» spiega ancora Tommaso Rigoni, che ha rispettato in pieno la ricetta della tradizione. «In mezzo c’è il savoiardo, imbevuto in una bagna al caffè, dolcificata con zucchero di canna. Per finire, il gusto è ricoperto con cacao Barry Dècor creato apposta per non prendere umidità».

Tiramisù e “rasentin” fanno parte delle eccellenze del Veneto, protagoniste nello stand della Regione insieme alle Dop e alle Igp, abbinate al gelato. Tra le altre, riso veronese, formaggio Piave e Asiago, vino Valpolicella, fagioli di Lamon, radicchio di Treviso e olio extravergine del Garda, trasformati alla Mig in pallina gelato per accompagnare grandi piatti.

 

Dalle Langhe alla Mig, nel ricordo del Vajont

“Tempo di nocciole” con l’etichetta dedicata ai 60 anni della tragedia

Sono quasi 600 i chilometri che separano Longarone Fiere Dolomiti dalle Langhe piemontesi. Percorrerli in macchina richiede circa 6 ore. Percorrerli con la forza della memoria molto meno. Ci ha pensato “Tempo di nocciole”, azienda agricola di Cravanzana (Cuneo) che da 11 anni a questa parte non manca un appuntamento con la Mig e che quest’anno ha voluto dedicare le sue etichette all’anniversario del Vajont.

Un ricordo speciale in un packaging d’artista. L’etichetta infatti pennella l’abitato di Longarone, sullo sfondo la diga e il monte Toc.

«Siamo molto legati a Longarone e alla Mig» spiegano i titolari, Renato Gabutti e Nadia Galliano. «La nostra azienda come dice il nome produce nocciole del Piemonte Igp, granella e farina di nocciole, ma anche nocciolate e creme. Per il 60° del disastro del Vajont abbiamo voluto preparare un’etichetta speciale e l’abbiamo portata qui in fiera».

Il sindaco di Longarone ha visitato lo stand e ha consegnato ai due titolari una medaglietta celebrativa dell’anniversario del Vajont.

 

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